Curiosità sul thè

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Quando si dice tè si pensa subito alla Gran Bretagna, ma in realtà la sua origine è orientale e fu portato e diffuso in Europa dagli Olandesi. I primi che ne apprezzarono la bontà furono i Francesi grazie al Re Luigi XI: agli Inglesi restò il “merito” di averlo tassato per primi!

La pianta del thè, camelia sinesis, un tempo raggiungeva altezze di 9-10 metri, ma poi per poter raccogliere più agevolmente le foglie è stata ridotta dall’uomo a 90-120 centimetri.Cresce in climi caldi ma umidi e si raccoglie da 4 a 30 volte l’anno.Viene coltivata oltre che in Asia anche in Africa, in America del Sud e in Europa.

La storia del thè è costellata di molte leggende: secondo gli indiani,sembra che un santone buddista di nome Bodhidharma decise di rimanere sveglio per 7 anni in contemplazione del Buddha, ma dopo 5 anni ebbe un crollo e per non cadere si aggrappò ad un cespuglio, che naturalmente era di thè,strappandone alcune foglioline; il risultatofu che il sonno sparì e cosi Bodhidharma riusci a portare a termine la sua contemplazione. Leggende a parte,il thè è un ottima bevanda salutare, che va preparato secondo precise regole.

Per prepare e servire una buona tazza di thè bisogna procurarsi gli strumenti giusti, che non devono essere di alluminio perchè questo metallo ne altera i colori. Solitamente il servizio comprende le tazze con i piattini, la teiera,la zuccheriera e la lattiera: meglio sceglierli di ceramica o di porcellana, materiali che trattengono meglio il calore. In più è necessario un contenitore per il thè sciolto, da immergere nella teiera con l’acqua calda, per evitare di utilizzare un colino per trattenere le foglie.

Le qualità del thè
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Secondo lo studioso Cohen Stuart, uno dei più noti studiosi di thè, le principali qualità sono: la “Assam” da cui derivano i tè indiani e le miscele di tipo inglese come la “Breakfast”, la “Luxhai”, la “Naga”, la “Manipur”, la “Yun-Nan” e la “Cina”, mentre più semplicemente per i coltivatori di Ceylon e Giava dono solo due, la “thea sinensis” a foglie sottili e la “thea assamica” a foglie larghe. A seconda del tipo di lavorazione, il thè può essere “nero”, che è fermentato, “verde” che non è fermentato, e “oolong” che è semifermentato.

La fermentazione avviene con l’esposizione al sole delle foglie dopo il raccolto:in questo modo il thè acquisisce un sapore un aroma più intensi. Il thè verde è invece “al naturale”, mentre oolong ha caratteristiche simili a entrambi. Per il thè nero esiste una classificazione commerciale, possono essere a foglie intere, cioè “leaf grades”, oppure a foglie spezzettate,ossia “broken grades”: queste ultime derivano dalla lavorazione delle prime,come scarti o semplicemente si sono spezzate per la loro fragilità; le foglie intere danno origine a un thè leggero e di colore chiaro, mentre quelle spezzate a un tè forte e scuro.

La qualità migliore è naturalmente quelle a foglie intere e a seconda della pezzatura viene indicata sulle scatole attraverso sigle in “Flowery Pekoe” ,la più fine perchè precoce, la “Flowery Orange Pekoe” sempre di ottima qualità e la “Orange Pekoe” di raccolta tardiva. Il termine orange non c’entra nulla con il significato inglese di arancia, ma indica il colore delle striature sulle foglie che compaiono durante la fermentazione. I thè a foglia spezzata vengono invece classificati in “Broken Orange Pekoe” “Broken Pekoe” usati nelle miscele, e “Fanning” e “Dust” usati per il thè in bustina.

Curiosità sul thèultima modifica: 2021-12-29T18:00:03+01:00da save1098
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